lunedì 26 gennaio 2015

filastrocca della scuola

Filastrocca della scuola
A è l’apostrofo che non metto mai
B il bianchetto salva guai
C è la campanella che deve suonare
D un disegno perfetto da conservare
E è un errore sottolineato
F un foglio un po’ sciupato
G è la gomma smangiucchiata
H è l’homo sapiens di un’era passata  
I è un’insegnante accogliente
L la lavagna su cui non c’è scritto niente
M è la matita che si può cancellare
N la nota che non vorrei mai pigliare
O sono le operazioni un po’ complicate
P i pennarelli dalle punte colorate
Q il quaderno ordinato
R il righello millimetrato
S è uno sbaglio che si può rimediare
T è un temperino che non vuole temperare
U è un urlo di felicità
V una verifica che non si farà
Z è lo zaino dentro cui c’è di tutto
Anche un bel panino al prosciutto !

Giorgia I. e Livia M.







Harry Potter

Harry
Harry era sempre stato piccolo
e mingherlino per la sua età.
Aveva un viso sottile, ginocchia nodose, capelli neri e occhi verdi chiaro.
Portava un paio di occhiali rotondi, tenuti insieme con un sacco di nastro adesivo per tutte le volte che Dudley lo aveva preso a pugni sul naso.
L’ unica cosa che a Harry piaceva del suo aspetto era una cicatrice molto sottile sulla fronte che aveva la forma di una saetta.
Per quanto ne sapeva, l’aveva da sempre.
Harry Potter
copiato da Andrea e Emma

La casa dei maghi

LA CASA DEI MAGHI
Saltò  fuori  dalle  nuvole  una casa di cristallo splendente.
Nella  casa che era trasparente come l’acqua
si vedeva tutto quello che c’era dentro
c’erano cespugli di rose che spuntavano  dal
pavimento c’ erano tanti pappagalli colorati
che svolazzavano  c’erano lanternine accese che
pendevano dal soffitto.
Ma i venti maghi erano appena entrati non si vede-
Vano era una casa magica: si vedeva tutto quello che c’era dentro fuorché le persone.
P. Carpi – Il paese dei maghi
Alessandro e Marco



lunedì 19 gennaio 2015

Le streghe


Viaggiano  di notte  sulle  loro scope volanti.
Hanno nasi  bitorzoluti,
scarpacce  nere e cappelli a punta.  Non si tagliano
mai le  unghie.
Ma  quel   che e    peggio  è che  possono  trasformarsi  in mille
cose disgustose.
G. Quarenghi-  T.  Colombo,  dimmi  se ti fa paura, Giunti

copiato  da Lavinia  e Vittoria